Che fine ha fatto la Plastic tax
Con il cosiddetto Decreto Sostegni bis (DL n. 73/2021) l’entrata in vigore della plastic tax in Italia è stata infatti spostata al 1 gennaio 2022. Si tratta, in realtà, dell’ennesimo rinvio, dal momento che inizialmente la partenza era stata fissata per luglio 2020, poi rinviata al 1 gennaio 2021 con il decreto Rilancio e di nuovo al 1 luglio 2021 con la scorsa legge di Bilancio. Staremo a vedere che cosa succederà all’inizio dell’anno prossimo.
Seguendo il cosiddetto principio delle 3R (riduzione, riuso, riciclo), l’Unione Europea si è posta come obiettivo quello di premere sull’acceleratore nella lotta contro la plastica monouso, considerata dannosa per l’ambiente, e nello sviluppo di un modello di economia circolare.
Tra gli strumenti per favorire questa transizione e stimolare le aziende ad andare nella direzione di una riconversione green, c’è proprio l’introduzione di un’imposta a carico dei Paesi membri sui rifiuti di imballaggio con materiale plastico non riciclati.
Nel nostro Paese la plastic tax ha ottenuto il via libera con il decreto legge 31 dicembre 2020, n. 183 (il cosiddetto Decreto Milleproroghe), convertito dalla legge 26 febbraio 2021, n. 21 che dà piena e diretta attuazione alla Decisione Ue 2020/2053 del Consiglio del 14 dicembre 2020. In Italia però l’imposta andrebbe a gravare sul consumo di manufatti in plastica con singolo impiego (i cosiddetti MACSI).
Per MACSI la legge italiana intende tutti quei prodotti monouso con funzione di contenimento, protezione, manipolazione o consegna di merci o di prodotti alimentariLa plastic tax è stata fissata a 0,45 euro per ogni chilogrammo di materia plastica contenuta nei MACSI. Sono esonerati dall’imposta coloro che utilizzano materia plastica proveniente da processi di riciclo. Chi non si atterrà a tali disposizioni, andrà incontro a pesanti sanzioni amministrative.
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