La sicurezza delle sale operatorie è strettamente legata alla presenza di gas anestetici nell’aria, questo perché l’impiego di tali gas può comportare un potenziale inquinamento ambientale, esponendo i lavoratori dei blocchi operatori a sostanze dannose per la salute.
Durante l’utilizzo si possono verificare delle piccole perdite possono contaminare l’ambiente ed esporre gli operatori a sostanze tossiche, causando disturbi come cefalea, fatica e compromissione del sistema nervoso.
Nel corso degli anni varie leggi e normative hanno affrontato questo rischio chimico, ma in Italia è stato l’ISPESL a farlo in modo approfondito con le linee guida del 2009 sugli Standard di Sicurezza e di Igiene del lavoro nel blocco operatorio.
I principali gas anestetici sono: il protossido di azoto, enfluorano, isofluorano e metossifluorano.
Per prevenire l’esposizione professionale a questi agenti tossici, sono necessarie misure tecniche, organizzative e procedurali, come l’uso di anestetici meno tossici, la ventilazione a circuito chiuso e il controllo costante degli impianti anestesiologici.
Il monitoraggio periodico delle concentrazioni di gas nelle sale operatorie è essenziale, così come la valutazione del microclima e dei parametri di benessere del personale.
Il monitoraggio viene eseguito tramite due fasi: la ricerca delle fonti di inquinamento e la determinazione delle concentrazioni di agenti anestetici, utilizzando strumenti automatici con una cadenza semestrale. Il campionamento può essere personale, per valutare l’esposizione individuale, o fisso, per valutare la concentrazione nell’intero reparto.